venerdì 7 marzo 2014

CULTURA CELTICA


L'Abisso dei Celti.

I Celti erano sicuri che l'anima fosse immortale e trasmigrasse da un corpo all'altro dopo la morte: in altre parole, credevano nella reincarnazione. Questa, comunque, non avveniva subito, ma solo dopo aver soggiornato un certo periodo in un luogo chiamato Annwn, che si trovava in un'isola del Mare del Nord ed era governato dal dio Arawn.
Per accedere all'Annwn (letteralmente: " abisso") le anime dei defunti dovevano passare attraverso una grotta in cima a una montagna. Anche per i mortali sarebbe stato possibile accedere all'Annwn, a condizione però che ne avessero individuato un accesso nascosto presso le foci del fiume Severn.
L'Annwn era costituito da tre "cerchi" spiralici:

Abred: luogo di prima migrazione e di purificazione. Se però l'anima non fosse riuscita a eliminare i ricordi umani e a distaccarsene, non le sarebbe stato mai concesso di accedere al secondo cerchio e quindi sarebbe rinata come animale o pianta. In questo primo cerchio venivano anche esaminate le azioni del defunto quand'era in vita: se fosse morto vigliaccamente o avesse vissuto senza onore, non sarebbe mai più tornato a vivere e la sua anima sarebbe stata rilegata nel luogo più buio dell'Annwn.

Gwnfyd: luogo di immensa felicità dove le anime meritevoli avrebbero atteso il momento di rinascere.

Ceuhant: in questo luogo speciale arrivavano solo pochi eletti, destinati a reincarnarsi come druidi. Qui, infatti, le anime avrebbero appreso tutti i segreti della conoscenza direttamente dagli dèi.

Dopo vari cicli di rinascite, l'anima purificata veniva finalmente ammessa al Tir Na Nog (letteralmente: "terra dell'eterna giovinezza"), il Paradiso celtico.

Da "Iniziazione ai Culti celtici".

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