martedì 30 luglio 2013

lasciare l'Italia

TRASFERIRSI A VIVERE E LAVORARE IN LIECHTENSTEIN: 
Andrea,  25 anni,  disegnatore per una carpenteria del legno
 in LiechtensteinDi Maria Valentina Patanè 19/01/2012



Andrea,  25 anni e diploma di geometra, lascia l’Italia per nuove esperienze di vita lavorative.
Partito ai primi di maggio 2011, 
è un disegnatore per una carpenteria del legno in Liechtenstain.
Pur lavorando nel Principato del Liechtenstein, abita in Svizzera, nel Cantone San Gallo. 
Da qualche tempo infatti il Liechtenstein ha emanato una legge nazionale con la quale si vieta agli stranieri di ricevere il permesso di soggiornoPertanto si può restare nel Liechtenstein solo con un visto turistico.
In Svizzera, ci sono meno restrizioni.


Ciao Andrea, da quanto tempo  ti sei trasferito e in quale paese e città?
Sono partito ai primi di maggio 2011. Va detto che, pur lavorando nel Principato del Liechtenstein, abito in Svizzera, nel Cantone San Gallo. Da qualche tempo infatti il Liechtenstein ha emanato una legge nazionale con la quale si vieta agli stranieri di ricevere il permesso di soggiorno. Pertanto si può restare nel Liechtenstein solo con un visto turistico. In Svizzera, ci sono meno restrizioni.
Per questioni di vicinanza al luogo di lavoro (8km) ho scelto la città di Buchs, nel Canton San Gallo. Molto carina e accogliente.

E’ stato difficile ambientarsi?
Per niente. Prima di partire ho “scannerizzato” totalmente la città aiutandomi con Google Earth per capire quali servizi vi fossero per i cittadini e cosa c’è nei dintorni. Il paesaggio è uguale a quello che si può trovare nella mia Regione in Italia. Tutto è andato liscio anche perché io sono tendenzialmente una persona che si sa adattare MOLTO BENE a una nuova situazione.

Andrea Liechtenstein 2.jpg

E riguardo  al trasferimento hai avuto difficoltà?

No. Ho affrontato quasi tutto autonomamente, dall’informarmi circa i documenti che servono per un trasferimento in Svizzera, all’apertura di un conto corrente. L’unico problema che mi ha creato un po’ di angoscia era la ricerca della casa. Una persona ha affittato un appartamento al quale ero interessato, costringendomi in tempi brevissimi a cercarne un altro. L’ho trovato recandomi personalmente sul posto.

Per quale motivo hai deciso di lasciare l’Italia?
Credo che un’esperienza lavorativa all’estero sia un’ottima opportunità di vita e di lavoro.

Di cosa ti occupi ora esattamente?    
Sono un disegnatore per una carpenteria del legno.

Sei soddisfatto del tuo lavoro?
Si lavora molto, 9 ore e mezza al giorno con punte anche di 11. Questo stressa molto. A parte questo, è una buona opportunità per capire nuovi metodi di approccio al lavoro, nuove idee, e quindi tutto quello che è nuovo mi stimola.

Prima di partire avevi chiesto consiglio ad amici o parenti?
Ho chiesto consigli solo ai familiari e amici più stretti che sapessero darmi un consiglio vero. Inizialmente credevo di trovare pareri contrari. Invece, dopo aver parlato con tutti, ho avuti solo opinioni favorevoli. Tutti mi hanno consigliato di provare.

Avevi un tuo lavoro in Italia?
Lavoravo a Bolzano in uno studio di ingegneria da 3 anni, con un contratto a tempo indeterminato.

Come mai lo hai lasciato?
I motivi che mi hanno spinto a lasciare il posto sono strettamente personali.

Com’era la tua giornata tipo in Italia, e adesso?
In Italia la mia giornata tipo era: Sveglia- lavoro- pausa pranzo -lavoro- casa.
Ora è praticamente uguale, con la variante che nel dopo lavoro molto spesso devo andare a fare la spesa, o passare al Comune, o andare all’Assicurazione. Il –già poco- tempo libero si riduce ulteriormente.

Che differenza di vita hai notato tra l’Italia e la Svizzera?
La prima cosa che ho notato, anche quando sono andato lì per cercare l’appartamento, ho subito notato che in strada, chiunque (sottolineo chiunque) si ferma cento metri prima se ti vede che devi attraversare la strada. Se lo ringrazi, lui a sua volta ti fa un cenno con la mano come per dire “figurati”. Sulle autostrade i limiti sono abbastanza rispettati (non tutti lo rispettano, ma si viaggia tranquilli).
Lo Stress esiste anche qua. In questo caso tra Italia e Liechtenstein non c’è differenza.

Come ti trovi nel tuo paese, lo consiglieresti ad altri Italiani per una vacanza o per viverci?

Sottolineo che, pur lavorando nel Liechtenstein, abito appena dopo il confine, nella Svizzera tedesca. Se ci riferiamo al Liechtenstein, uno straniero non può più ottenere un permesso di soggiorno. Quindi l’opzione è scartata subito. Per una vacanza di pochi giorni va benissimo ma preparatevi a tornare col portafoglio decisamente alleggerito.
Se invece ci riferiamo alla Svizzera, è sicuramente un buon posto dove vivere. Ma tutti gli italiani scelgono il Cantone Ticino così non si devono “sbattere” più di tanto con la lingua.
Io abito in un cantone Tedesco, ci sono molti italiani ma sono qua da generazioni. Se un Italiano arriva da un giorno all’altro senza sapere la lingua, torna a casa dopo una settimana.

Cosa ti piace di più’ della Svizzera?
C’è ordine, senso civico, rispetto per sé stessi e per gli altri.
Detto questo, non è tutto rose e fiori. Basta leggere il giornale locale per vedere che anche lì ci sono i problemi. Ma sono più bravi a tenerli ben nascosti.

Torneresti definitivamente in Italia?
Certo. Mai scartare un’ipotesi a priori. Capisco che il cambiamento provoca sempre rigetto verso il posto dove stavi in precedenza, ma nel mio caso non è così. Tornerei volentieri in Italia per lavorare. 

Che ne pensi di facebook, skype, ecc..li utilizzi?
Facebook lo uso solo per tenermi in contatto con qualche amico in Italia o con i miei fratelli.
Skype lo uso per chiamare mia mamma.
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Ci vivono molti Italiani in Svizzera?
Nel Liechtenstein ci sono circa 1400 italiani, il 12% dell’intera popolazione, per la maggior parte meridionali. Ma sono lì da 20-30 anni, tutti perfettamente integrati nella società. Nella città dove vivo in Svizzera ce ne sono molti, ma non saprei quantificarli.

Vivi da solo o hai una tua famiglia?
Ora vivo da solo, anche se in condivisione con altri 4 coinquilini. La mia famiglia è rimasta in Italia.

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Sei più tornato in Italia a trovare famiglia e amici?
Si. Nel Liechtenstein ci sono molte festività e capita quindi di trovarsi con un ponte festivo dal giovedì alla domenica. In quei giorni tornavo a Bolzano per stare un po’ con amici e parenti. Altre volte, sono venuti loro a trovarmi alcuni fine settimana.

Ti manca qualcosa del’Italia?
Si e no.
Si, perché comunque è il posto dove sono nato.
No, perché in Alto Adige vieni letteralmente logorato da polemiche tra politici di vari gruppi linguistici. Alla lunga stanca e ti sfinisce facendoti quasi odiare la tua città.
Cosa mi manca? I posti che abitudinariamente frequentavo con gli amici.


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I tuoi hobby?
Viaggio in solitaria con la moto, la mia grande passione. Poi seguo anche il calcio, ascolto la musica, mi piacciono le automobili. 

Immagina il tuo futuro, dove sarà?
Ovunque ci sia un lavoro che posso svolgere. Quindi può essere in una qualsiasi zona d’Italia, oppure all’estero. Germania e Austria mi incuriosiscono, per il futuro.
Solo una cosa voglio dire, voglio fare una piccola stoccata: sento e leggo troppo spesso di gente che vuole “mollare tutto” e “rifarsi una vita”, non si sa nemmeno bene dove. Tralasciando il fatto che solo i delinquenti “mollano tutto e si rifanno una vita”, noto troppo spesso gente che affronta il problema del trasferimento all’estero con estrema superficialità. Sono cose che vanno fatte con la testa, ci vuole tantissimo tempo da dedicare. Non ci si alza la mattina con il capriccio dell’emigrazione. C’è gente che chiede anche consigli su dove emigrare, questa è gente che in questo modo non emigrerà mai. E poi, diciamocelo, vivere all’estero non è cosa per tutti.

Di Maria Valentina Patanè 19/01/2012


MOLLO TUTTOIL 50% DEGLI ITALIANI VORREBBE MOLLARE TUTTO!
In testa alla classifica dei desideri c’è la voglia di trasformarsi in scrittore o esploratore, viaggiare in luoghi da mito, meglio se lontano dallo strapotere della tecnologia. Basta insomma con le code in automobile, con i negozi sovraffollati, con la perpetua fretta per non arrivare in ritardo in ufficio e con i viaggi su autobus e metropolitane stipati come sardine. Insomma, meglio stare alla larga dall’Italia, in un luogo più tranquillo e a misura d’uomo, magari a contatto con la natura... E' questa a fotografia dei nostri connazionali, scattata da una ricerca condotta su 560 lavoratori italiani di ambo i sessi, di età, tra i 25 e i 64 anni, condotta del canale satellitare "Marcopolo". Leggi tutto l'articolo...

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